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Immagine del redattoreGentileschi Investments

Benvenuti nei nuovi mercati finanziari senza più "pilota automatico"

Aggiornamento: 14 set 2022

Come navigare nei nuovi mercati finanziari ultra volatili, e come modificare l'approccio ai portafogli di investimento.


Doveva pur succedere, ma non ci pensavamo quasi più. Come capita in queste situazioni si suol dire: "this time it's different". Ma non è mai così, e la storia ci insegna che tutto 'torna', anche i mercati finanziari per come sono realmente, senza cioè gli 'additivi quantitativi' delle banche centrali.

Decenni di bassa inflazione, bassissimi tassi di interesse (anzi negativi), una crescita economica costante, e mercati azionari e obbligazionari facili facili, quasi col "pilota automatico", in cui bastava comprare qualsiasi correzione per far sembrare tutti bravissimi: gestori, consulenti e investitori fai da te.

La brutta notizia è che la pacchia è finita. Purtroppo i i portafogli tradizionali e i relativi modelli di copertura del rischio non saranno più efficienti come negli anni passati (quindi le soluzioni standardizzate non funzioneranno più).

La bella notizia è che torna centrale l'elemento umano nelle decisioni complesse come quelle della allocazione strategica e tattica dei portafogli di investimento (quindi trovatevi un bravo ed esperto consulente)





TRE ERRORI DA EVITARE


Anzitutto evitare di fare l'errore di comprare i 'dip' sempre e comunque e su tutti gli asset, come si è fatto negli ultimi 20 anni. Nel nuovo scenario geopolitico, economico finanziario il driver che ci rassicurava che il mercato sarebbe risalito velocemente non c'è più.

La tendenza alla globalizzazione come la intendevamo, è molto cambiata, se non addirittura terminata per qualche tempo. Si stanno creando 2/3 blocchi geopolitici all'interno dei quali proseguiranno processi di 'globalizzazione di grado inferiore'. I Paesi avranno marcate differenze di tasso di crescita interna, di inflazione, di bilancia commerciale e pertanto di tassi di cambio valutari. Pertanto anche il modo con cui si analizza il valore degli asset finanziari andrà rivisto in quest'ottica.


Inoltre sarà importante, a differenza del passato, prestare maggior attenzione alla componente tattica del portafoglio e alla 'holding period horizon' degli asset in perdita.

Non intestardirsi nel mantenere in perdita posizioni di portafoglio nella convinzione che "tanto nel lunghissimo periodo recupereranno".

Potrebbero recuperare, tutto, in parte o nulla. Dipende. Da cosa? Da cosa si ha in portafoglio. Gli obiettivi personali di lungo termine rimarranno sempre centrali, ma il consulente dovrà lavorare sodo per allineare periodicamente il portafoglio alle mutevoli situazioni di mercato. Non basterà più nascondersi dietro alla solita litania commerciale del "tu cliente non pensare ai tracolli dei mercati, ma pensa solo ai tuoi obiettivi personali di lunghissimo periodo, che il mercato farà il resto". Purtroppo come confermano titani della strategia finanziaria come McKinsey e Black Rock, quei tempi sono finiti. Il consulente serio deve poter dire ai propri clienti la verità, che il mondo è cambiato e il pilota automatico non funziona più. Bisogna mettersi alla guida manuale, vecchia maniera, del mezzo. Con visibilità scarsa. Chiaramente per chi lo sa fare. Gli altri continuino pure a fare psicoterapia finanziaria agli investitori.


Saper gestire la volatilità diventerà fondamentale. Nella nuova era della "globalizzazione a marce ridotte", sarà fondamentale mantenere elevata la qualità dei portafogli, prestando maggiore attenzione, oltre che con rivisitazioni più frequenti delle asset allocation, anche con una portfolio selection più sofisticata, attenta al livello di credito, al posizionamento geografico del portafoglio e soprattutto, molta attenzione al factor investing e ai grandi macro temi e ai loro sviluppi nelle diverse aree (clima, hi tech, sanità, energia, ecc.).



Insomma l'elevata volatilità che caratterizza sempre più i mercati finanziari è destinata a persistere nei prossimi anni. La transizione net-zero e le tensioni geopolitiche quindi impatteranno le catene globali di fornitura come mai successo prima. Se aggiungiamo le dirompenti innovazioni tecnologiche in arrivo che genereranno le Schumpeteriane "distruzioni creative", non c'è da stupirsi se i portafogli di investimento andranno gestiti in maniera totalmente diversa.

Piuttosto c'è da chiedersi se l'obsoleto sistema tradizionale del risparmio finanziario gestito delle reti commerciali bancarie, sia ancora in grado di proteggere i risparmiatori dal nuovo mondo in arrivo, fatto di tanta volatilità, e quindi da tanti piccoli tsunami finanziari, oppure se, come al solito, saranno proprio loro a pagare il conto salato della transizione, mentre i soliti noti profitteranno delle grandi opportunità che questo cambiamento porterà.


A buon intenditor, Consulente Indipendente.

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