Turbolenze politiche negli Stati Uniti: quali effetti sui mercati e sulle strategie di investimento
- Giuseppe Gentileschi
- 9 mar
- Tempo di lettura: 4 min

L’instabilità politica negli Stati Uniti e il suo impatto sui mercati
Le recenti turbolenze politiche negli Stati Uniti stanno alimentando un contesto di crescente incertezza economica, con effetti già visibili su inflazione, crescita e mercati (meno 10% dai massimi). Le politiche "arbitrarie" e l’assenza di una direzione chiara stanno deteriorando il clima di fiducia tra investitori e imprese, penalizzando sia il mercato del lavoro che i flussi di capitale. L’attuale scenario rappresenta un fattore di rischio significativo per la costruzione e la gestione dei portafogli d’investimento, soprattutto in un momento in cui la volatilità macroeconomica si sta traducendo in maggiore dispersione nei rendimenti degli asset.
Imprese in stallo: l’incertezza come freno agli investimenti
Le decisioni aziendali si basano su valutazioni del rischio e sulla prevedibilità del contesto operativo. L’assunzione di personale, gli investimenti in ricerca e sviluppo, le operazioni di M&A (fusioni e acquisizioni) e la riallocazione del capitale sono tutte scelte che richiedono stabilità normativa e una chiara visione di lungo termine. Tuttavia, l’attuale contesto statunitense si sta rapidamente deteriorando sotto questo profilo.
Uno degli aspetti più problematici non è solo l’introduzione di misure protezionistiche, come i dazi sulle importazioni da Canada e Messico, ma anche l’estrema volatilità con cui tali decisioni vengono modificate o ritrattate. Le imprese possono adattarsi a normative sfavorevoli, ma non possono operare efficacemente in un ambiente in cui le regole cambiano in modo imprevedibile. Di conseguenza, molte aziende stanno adottando un approccio attendista, congelando investimenti in capex (spese in conto capitale) e riducendo l’esposizione ai mercati più colpiti da queste incertezze.
Questa situazione ha conseguenze dirette anche sui mercati finanziari: l’aumento del rischio politico porta a una rivalutazione del premio per il rischio (equity risk premium), con effetti sulla valutazione degli asset e sulla volatilità dei mercati. Inoltre, l’instabilità normativa crea incertezza sui futuri flussi di cassa delle imprese, rendendo più difficile stimare il fair value delle azioni e aumentando la probabilità di repricing degli asset più sensibili a fattori macroeconomici.
I primi segnali: investimenti in calo, inflazione in aumento
L’indice di Economic Policy Uncertainty, sviluppato da Scott R. Baker, Nick Bloom e Steve Davis, ha recentemente raggiunto livelli record al di fuori della pandemia. Questo dato è particolarmente significativo perché l’indice storicamente riflette anche shock esogeni, come la crisi finanziaria del 2008 o le tensioni geopolitiche. Il fatto che l’incertezza attuale sia percepita come più destabilizzante di eventi di tale portata è un chiaro segnale di allarme per gli investitori.
Dati empirici confermano questa tendenza: i sondaggi condotti da cinque Federal Reserve Banks (New York, Philadelphia, Kansas City, Dallas e Richmond) mostrano un calo significativo degli investimenti da parte delle imprese manifatturiere e un aumento della pressione inflazionistica. Questi dati, raccolti prima dell’ultima ondata di instabilità politica, suggeriscono che l’impatto potrebbe peggiorare ulteriormente nei prossimi mesi.
Implicazioni per i mercati finanziari e la gestione dei portafogli
Dal punto di vista degli investitori, l’attuale contesto richiede un attento riposizionamento del portafoglio per gestire il rischio di una maggiore volatilità di mercato e di un possibile repricing degli asset. Alcuni aspetti da considerare includono:
Aumento della volatilità e necessità di coperture – L’incertezza politica sta aumentando la dispersione nei rendimenti azionari, favorendo un approccio più selettivo nella costruzione del portafoglio. L’uso di strumenti derivati per la copertura del rischio (hedging), come opzioni e futures su indici di volatilità (VIX futures), potrebbe rivelarsi una strategia utile.
Rotazione settoriale e selettività – In uno scenario di policy instabile, i settori più esposti alla regolamentazione governativa (energia, healthcare, tecnologia) potrebbero registrare maggiore volatilità rispetto a comparti più difensivi, come beni di prima necessità e utility. La rotazione settoriale potrebbe quindi offrire opportunità di ottimizzazione del rischio-rendimento.
Peso della liquidità e gestione del rischio di coda – L’aumento dell’incertezza rende opportuno mantenere una quota di liquidità più elevata per poter sfruttare eventuali dislocazioni di mercato. Allo stesso tempo, strumenti come le obbligazioni inflation-linked (TIPS) e strategie di investimento alternative possono fornire protezione contro shock di mercato improvvisi.
Focus sui fondamentali e revisione delle valutazioni – In un contesto in cui il rischio politico impatta direttamente sulle aspettative di crescita e sui flussi di cassa futuri, diventa essenziale adottare un approccio basato sui fondamentali (bottom-up analysis), selezionando aziende con bilanci solidi e bassa esposizione al rischio regolatorio.
L’instabilità politica negli Stati Uniti e il nuovo scenario geopolitico internazionale. rappresentano un rischio crescente per gli investitori, con effetti potenzialmente duraturi sulla volatilità e sulla valutazione degli asset finanziari.
Sembrerebbe profilarsi un deciso ritorno alle strategie di gestione attiva del portafoglio, con un occhio attento alla protezione dal rischio, alla selezione settoriale e geografica, alla stock selection sui fondamentali, oltre naturalmente ai soliti factor.
Queste attenzioni, nessuna esclusa, saranno cruciali nei prossimi mesi per navigare un mercato caratterizzato da incertezza e mutevoli condizioni macroeconomiche.
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