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Gas russo, attacchi speculativi e Fed 'aggressiva': come affrontare la tempesta perfetta

Aggiornamento: 4 set 2022

Una serie di notizie da "all-in" dell'orso, che fanno temere per i mercati europei, e in particolare per l'Italia.

Dagli attacchi speculativi degli hedge funds internazionali contro il debito italiano, alle parole della FED, alla chiusura delle forniture energetiche da parte di Gazprom, a seguito del price-cap introdotto dal G7. È la tempesta perfetta come nella serie "I Diavoli" ...?



Ecco i 3 colpi da KO tecnico, in ordine temporale:

  1. Fed in modalità 'falco' che comunica con forza di continuare ad aumentare i tassi fino a che l'inflazione non avrà iniziato a diminuire. Costi quel che costi, anche una recessione.

  2. Attacco speculativo contro il debito europeo, e soprattutto italiano, giusto pochi giorni prima della decisione europea al G7 di introdurre meccanismi di price-cap

  3. Sospensione forniture gas "a tempo indefinito" del gasdotto Nord Stream


Vediamoli punto per punto, e a cosa possono portare.



1. Fed aggressiva al Jackson Hole


Jerome Powell lo ha detto chiaramente: nessun allentamento del grip monetario prima che l'inflazione abbia iniziato a scendere, perché "...la storia ci insegna che è sbagliato allentare la presa prima del tempo, nel tentativo di anticipare il picco ...". Quindi aspettiamoci "tassi insolitamente alti" per qualche tempo "... che porteranno dolore e sofferenze a famiglie e imprese".

A buon intenditor poche parole (ma pesanti) e mercati avvisati. Come si suol dire "never fight the Fed".



2. Attacco speculativo al debito italiano


Diciamo la verità: i giornali hanno un pò gonfiato la storia. Il FT ha pubblicato un articolo dal titolone accattivante, ma la verità è che, numeri alla mano, risulta che gli hedge fund abbiano posizioni 'corte' sui Btp per soli 39 miliardi di euro. Che detta così sembra una enormità, ma in realtà sono una goccia nell'oceano del debito nostrano pari a circa 2.700 miliardi di euro.

Oltretutto, ciò che non viene mai detto in queste circostanze è che una posizione short, cioè ribassista sul prezzo di un titolo, deve essere prima o poi 'ricoperta', cioè si devono comprare i titoli che a suo tempo furono presi a prestito per essere poi venduti. Va fatto perché bisogna restituirli. Quindi, anche se gli short possono essere 'rollati' nel tempo (una sorta di estensione temporale, per capirci), prima o poi le posizioni corte subiscono lo 'short covering', cioè il riacquisto, che in molti casi potrebbe portare gli operatori ad una vera e propria corsa per accaparrarsi i titoli in oggetto, a prezzi sempre più alti. Questa è la cosiddetta situazione dello 'short squeeze', in cui il mercato 'strizza' gli speculatori al ribasso costringendoli ad una corsa all'acquisto a qualsiasi prezzo.

E questo scenario non è affatto da escludere, considerando che la BCE ha introdotto il TPI, cioè il nuovo meccanismo "anti frammentazione" di trasmissione delle politiche monetarie.

Quindi la speculazione che in se non dovrebbe fare molta paura proprio perché di breve periodo, potrebbe però essere un campanello di allarme per uno scenario ben più pericoloso: cioè la vendita dei titoli del debito italiano da parte dei risparmiatori impauriti e degli intermediari di vario genere, soprattutto i fondi di investimento. In questo caso sì che i tassi si alzerebbero strutturalmente in modo duraturo.



3. Chiusura dei rubinetti del gas russo all'Europa


Ecco, diciamo che questa potevamo evitarcela. I russi lo avevano detto a chiare lettere, lo hanno ripetuto più e più volte, e alla fine lo hanno fatto.

Lo stesso giorno in cui la Von der Leyen annunciava trionfante di aver approvato l'inserimento del price cap a gas e petrolio russo ... i russi chiudevano il gasdotto, facendo di fatto aumentare ulteriormente il prezzo dello stesso.

Sempre nello stesso giorno Macron volava in Algeria per negoziare acquisti di gas, come già fatto da Draghi qualche settimana prima.

Insomma come al solito quando c'è bisogno di una strategia allineata tra i membri del blocco UE, spunta fuori il solito modus operandi europeo "ognuno per se, Dio per tutti".

Provare a bloccare il prezzo massimo dell'energia a un colosso come quello russo, tramite "la completa proibizione dei servizi che consentono il trasporto marittimo" (se questi non saranno venduti a prezzi inferiori al tetto stabilito) sembra essere l'ennesima trovata dell'Unione, formalmente valida, studiata per essere spendibile mediaticamente, ma sostanzialmente senza una visione strategica pragmatica del contesto e dell'interlocutore russo. E purtroppo anche un boomerang per i Paesi europei.

A chi giova?



Come la prendono i mercati?


Male. È un connubio di fattori che può creare la tempesta perfetta:

  • Alta inflazione "supply-side", combattuta con una politica monetaria ultra restrittiva, normalmente valida in caso di inflazione da domanda. Non essendoci però altre armi a disposizione, è un pò come dire "ok so bene che buttare la grappa sul fuoco non è il modo migliore per spegnere l'incendio .. ma abbiamo solo questa, quindi facciamolo e vediamo che succede ...".

  • Economie allo stremo, appena uscite dallo stallo pandemico, adesso colpite dal rialzo dei prezzi energetici, delle materie prime e semi lavorati, dall'erosione (leggi anche "annullamento") dei margini aziendali, e dal calo della domanda aggregata.

  • Banche centrali in fase di tapering

  • Guerra mondiale economica, e deterioramento anche a livello militare (la Russia ha dichiarato che anche gli USA ormai sono considerati "in guerra")


Come muoversi?

  1. Anzitutto tenere i nervi ben saldi. Normalmente è proprio in situazioni di panico, come questa che i mercati orso trovano il loro punto di inversione, spesso anticipato da una forte accelerazione ribassista finale.

  2. Non tentare di anticipare però le inversioni perché cercare il minimo in un mercato che crolla è come tentare di afferrare una lama affilata mentre sta cadendo per terra. Meglio aspettare.

  3. Ricordarsi, per chi opera in ottica di investimento, che la volatilità offre occasioni di ingresso di lungo periodo che un bravo consulente dovrebbe saper consigliare come gestire. Si potrebbero aprire finestre "epocali" per costruire un portafoglio di lungo periodo, che non vanno perdute, perché piuttosto rare.

  4. Studiare, col proprio consulente, una strategia di ingresso graduale (e soprattutto ex-ante) sulle varie asset class, che ottimizzi i rendimenti attesi e stabilizzi il Var del portafoglio complessivo. Una strategia simile, soprattutto nell'obbligazionario, grazie anche alla sincronia attuale tra rialzo dei tassi risk-free e dei credit spread, può portare a "bloccare" ottimi rendimenti medi di portafoglio lungo tutte le scadenze della curva, e per un lungo periodo.






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