Quali sono le 10 cose più importanti da individuare per scovare le aziende che cresceranno maggiormente nei prossimi anni.
Sono molti i metodi di valutazione che considerano la crescita come un fattore primario per la determinazione del valore di una azienda.
Oggi il compito di individuare aziende con una crescita forte, sostenibile e costante nel tempo, sembra più difficile di una volta, a causa dell'elevata inflazione, del rallentamento globale delle economie e del nuovo scenario di incertezza geopolitica mondiale.
Partendo da uno studio di McKinsey sui driver della crescita delle maggiori 5.000 public company negli ultimi 15 anni, si possono individuare 10 criteri che una azienda deve rispettare per poter risultare di elevato interesse come investimento azionario. In un momento storico dei mercati come questo, in cui la portfolio selection diventa sempre più importante per generare valore all'interno di un portafoglio, porre attenzione a questi 10 benchmark della crescita aziendale, può essere molto utile.
Ecco quali sono i 10 fattori più importanti:
Le aziende, per risultare appetibili nella portfolio selection, devono rispettare il maggior numero possibile di questi indicatori, considerati dei veri e propri growth benchmark:
Avere un forte vantaggio competitivo come prima cosa. Azioni con un con elevato ritorno sul capitale investito (ROIC) indicano aziende con un modello di business guidato da un forte vantaggio competitivo, capaci di attrarre maggiori capitali, e generare quindi un circolo virtuoso che permette di crescere più velocemente e ottenere ritorni più alti.
Essere in un settore in forte crescita. Le aziende che operano in settori in forte sviluppo e con un trend in costante crescita sono ovviamente da preferire.
Posizionarsi come leader nel settore. Il punto 2 non basta da solo, cioè non basta essere nel flusso di un settore in forte crescita, ma bisogna individuare quelle aziende che sono tra le prime del settore, tra i leader. Perché i laggard rischiano di essere spazzati fuori dal mercato alle prime difficoltà.
Puntare maggiormente al core business. Ok la diversificazione, ma le aziende che rafforzano costantemente le loro linee primarie di business hanno maggiori probabilità di successo, rispetto a quelle che tentano di crescere disperdendo risorse in linee secondarie, magari allocando risorse in settori cash-rich ma ormai stagnanti.
Sviluppare più di un business. Può sembrare una contraddizione col punto 4 ma non lo è. Le aziende che risultano vincenti sono quelle che hanno un rapporto 80/20 tra business "core" e business "secondari" (un esempio é l'industria dei pneumatici auto che ha sviluppato le tecnologie per sistemi frenanti e di sicurezza). Questo tipo di aziende con un rapporto core/side vicino a 80/20 può infatti sia posizionarsi fortemente nel settore core (80%) che in settori oggi secondari ma che hanno un grande potenziale nel futuro.
Diversificare il business ok, ma all'interno delle loro aree di competenza. Ad esempio aziende aerospaziali che si espandono nei macchinari industriali, ma non nell'alimentare. Così facendo evitano di adottare vecchi modelli da conglomerata e invece riescono a sviluppare, nel gruppo con le atre aziende possedute, sinergie, competenze tecniche e manageriali, ecc.
Essere leader in casa propria. Prima di intraprendere la difficile fase di espansione internazionale è necessario che siano leader nei mercati domestici
All'estero solo se si possono trasferire i vantaggi competitivi domestici
Avere un programma di acquisizioni sistematico delle aziende minori per la propria crescita. Perché, a fianco della crescita organica, è meglio acquisire tante piccole acquisizioni, rispetto a singoli grandi deal ? Anzitutto perché "practice makes perfect" (abitua alle best practice, alle due diligence e ai piani di integrazione). Poi perché è più facile organizzare la "digestione" di tante piccole acquisizioni, rispetto a un boccone grande e di difficile realizzazione. Infine perché permette di consolidare il mercato (o di entrare in mercati nuovi) senza correre il rischio di far saltare l'azienda stessa.
Essere in grado di sapersi ridurre prima di espandersi. Ad esempio una conglomerata che, prima di procedere alla acquisizione di nuove aziende in linea con il proprio business, dismette le aziende del gruppo non più ritenute strategiche.
Il processo di selezione delle single stocks da candidare all'interno di un portafoglio, oggi deve rispettare anzitutto queste caratteristiche. Sono pochissime le aziende che riescono a rispettarle tutte e in maniera sistematica, ma questo schema di benchmarking della crescita sta risultando un ottimo filtro di selezione.
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