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Gli investimenti vanno male? Ecco i 5 principali motivi (e come recuperare le perdite)

Aggiornamento: 21 mag 2023

Stai perdendo soldi investiti sia in azioni che in obbligazioni e il tuo portafoglio é in profondo rosso. Hai perso col fai da te, o hai perso la fiducia nel tuo consulente finanziario di banca. Capita a molti.

Ecco quali sono le principali cause, come cambiare la situazione e non commettere gli stessi errori in futuro, iniziando a recuperare da subito.



Anzitutto sappi che sei in buona compagnia. Non é certo una consolazione, ma quando i mercati finanziari scendono, la maggior parte dei risparmiatori, soprattutto italiani, perde soldi. Chi più chi meno, quasi tutti soffrono perdite e portafogli incagliati, purtroppo anche per anni.

Ma non tutti. Alcuni risparmiatori spesso si salvano. Ma come fanno?

Ci riescono proteggendolo dalle insidie più frequenti, tipiche dell'investitore.

In molti anni di lavoro in sala operativa come operatore istituzionale dei mercati finanziari ho vissuto in prima linea le crisi dei mercati emergenti, le crisi finanziarie, economiche ecc.

Ho anche avuto il privilegio di poter vivere queste situazioni da punti di osservazione diversi, da trader, da advisor a investitori istituzionali, da docente, e ovviamente anche da risparmiatore e investitore.

Negli anni ho verificato che le insidie principali sono queste 5:


  1. Investimenti mal consigliati dal "consulente" della banca

  2. Mancanza di pianificazione finanziaria di breve / medio / lungo periodo

  3. Incoerenza tra obiettivi stabiliti e comportamenti attuati

  4. Investimenti fai-da-te

  5. Scarsa educazione finanziaria


Analizziamoli uno ad uno.


1 - Investimenti consigliati dal "consulente" della banca


Se capiamo che questa figura professionale fa anzitutto gli interessi della banca per cui lavora, e da cui riceve un budget commerciale, e solo dopo, eventualmente, quelli del cliente (anche se vorrebbe farci credere il contrario), diciamo che le risposte vengono da sole senza bisogno di spiegazione.

In sintesi, é come aspettarsi che un agente immobiliare ti dica che la casa che stai visitando è un cattivo affare. Può succedere, ma é difficile. Più facile che sottolinei solo gli eventuali pregi, d'altra parte lui guadagna se tu compri quell'immobile, no?

Vediamo allora solo alcune delle numerosissime situazioni di conflitto di interesse in cui un "consulente" bancario di questo tipo potrebbe trovarsi:


  • Il "consulente" bancario ti ha venduto prodotti poco liquidi come ad esempio le polizze e alcune tipologie di fondi. Su questi prodotti egli percepisce alte commissioni di vario tipo, ma soprattutto quelle "di gestione" per tutto il periodo in cui tu cliente rimani investito. Non solo. Paradossalmente è proprio in situazioni come queste, di mercati in forte calo, quando cioè diventa difficile vendere per non subire grosse perdite, che questi prodotti "vincolano" il cliente al prodotto in sofferenza e quindi alla banca stessa, in una sorta di "sindrome di Stoccolma", tra vittima e carnefice.


  • Il "consulente" bancario ti consiglia di non vendere nei cali di mercato (ma é in evidente conflitto di interesse col suo budget). Hai mai sentito il tuo "consulente" affermare che "quando il mercato scende non bisogna mai vendere, perché devi concentrarti sugli obiettivi di vita di lungo periodo e non sulle oscillazioni di mercato"? Ebbene, in effetti in teoria il principio sarebbe vero (in parte), ma solo se a dirmelo é qualcuno che effettivamente non guadagna dal fatto che io rimanga investito o meno. Se per ipotesi, ogni anno, tutti i risparmiatori vendessero i fondi rimanendo liquidi, diciamo anche per soli 2/3 mesi (il tempo cioè di evitare almeno una parte di una prolungata correzione di mercato) cosa succederebbe? Sarebbe un disastro per tutta l'industria bancaria. L'intera filiera del risparmio gestito tradizionale andrebbe in fallimento. Prova a pensare infatti se tutti si comportassero in questo modo. Le società di gestione e le banche perderebbero il 20/25% del fatturato annuo; la distribuzione (cioè il tuo "consulente") perderebbe il 20/25% del suo budget, e quindi del suo reddito. Senza considerare che se, sempre in teoria, questo accadesse, il mercato subirebbe perdite molto più consistenti, perché vedrebbe auto-realizzarsi una profezia di panico. Quindi tutto ciò non é assolutamente accettabile dall' "industria bancaria e del risparmio gestito tradizionale", che ti rassicurerà di stare tranquillo, ricordare gli obiettivi di lungo periodo, e aspettare senza preoccupazioni il prossimo rialzo (mentre magari, nel medesimo istante, la stessa proprietà della banca, tramite operatori ben più qualificati della rete distributiva, sta vendendo asset finanziari simili ai tuoi). Certamente é corretto mantenere la coerenza di portafoglio con i propri obiettivi temporali di investimento, anzi è fondamentale. MA, lo é anche evitare di subire perdite quando queste sono evitabili, aumentando, in quei periodi (e per taluni asset) la percentuale liquida in portafoglio, quando ciò risulti possibile. Questo non é fare "market timing" (come vogliono farti credere) ma è semplice buon senso. La verità é che quel "consulente" di banca, ti ha solo venduto un prodotto e non ha più tempo di seguire il mercato né il tuo portafoglio. Non è il suo lavoro. Lui vende.


"Common sense is not so common"(Voltaire)

  • Il "consulente" bancario ti ha venduto obbligazioni a lunga scadenza, o prodotti emessi dalla tua stessa banca, dicendoti che sono sicuri. Think again! Le obbligazioni a lunga scadenza, magari comprate per la cedola, soffrono il rischio di rialzo dei tassi. Quando questi salgono, il prezzo della tua obbligazione scende, e anche parecchio se la scadenza dell'obbligazione é lunga. Il tuo "consulente" ti aveva spiegato questi due semplici meccanismi matematici di riequilibrio dei prezzi, chiamati "duration modificata" e "I.R.R." (tasso interno di rendimento), quando ti vendeva quelle belle alte cedole annuali? Oppure, ti ha venduto uno strumento finanziario "targato" col nome della sua banca dicendoti: "Signora, ma se lei si fida a tenere i soldi sul nostro conto corrente a zero interessi ... perché non fidarsi anche di una obbligazione, o un prodotto strutturato emesso sempre da noi, ma che, in più, le paga gli interessi più alti?" Non ti viene il dubbio che la banca abbia fatto raccolta a un tasso di finanziamento molto più basso (quello da retail) rispetto a quello che avrebbe dovuto pagare andando sul mercato professionale? E che tu stia sopportando un rischio non adeguatamente remunerato, e magari pure con rimborso subordinato in caso di default (cioè successivo ed eventuale) rispetto a molti altri creditori?


  • Oltre ad avere un enorme conflitto di interessi, per lo meno il tuo "consulente" di banca ha le competenze specifiche sui mercati finanziari? Tu forse sentendolo pronunciare quattro termini complicati in inglese, ti sei fatto l'idea che sia un esperto di mercati finanziari, ma ti assicuro che non lo è. È un dipendente operativo o commerciale, che per mantenere il suo lavoro deve rispettare un budget di vendita di prodotti di ogni tipo: dai prodotti di investimento, ai mutui, ai finanziamenti, alle polizze assicurative, ai mille servizi di banking, alle carte di credito, alle schede telefoniche ecc. ecc. ecc. Ormai le banche vendono di tutto, tranne che quello che serve a te: la competenza finanziaria e l'assenza di conflitto di interesse. E a queste condizioni tu puoi davvero aspettarti che la banca ti faccia guadagnare? Se succede é un caso fortunato, e comunque avresti guadagnato molto di più facendoti assistere da un professionista indipendente. Vuoi fare una prova? Fai il confronto all'americana. La prossima volta che vai in banca per discutere una proposta di investimento che ti hanno fatto, porta con te un vero consulente finanziario autonomo e fatti aiutare nel valutare la proposta. Normalmente questi "esperti" bancari ritirano la proposta in un batter di ciglia, o perché non sono in grado di valutarla tecnicamente o addirittura perché non corrisponde neppure al tuo profilo MiFID e ti chiedono di modificare il questionario. Mai successo?



2 - Mancanza di pianificazione finanziaria


Non esiste l'investimento perfetto per tutti. Non esiste una medesima soluzione finanziaria adatta anche solo a due persone diverse.

Quando qualcuno mi chiede "su cosa investo in questo momento?" l'unica risposta possibile è ... "dipende".

Dipende da quali sono i tuoi obiettivi finanziari e di vita, da quanto rischio sei disposto a correre per ciascuno di essi, e da quanto tempo ci vuole per raggiungerli.

Questo è possibile solo facendo una pianificazione PRIMA di investire i propri risparmi.

Infatti così facendo è possibile costruire un portafoglio di strumenti che rispecchi in maniera adeguata i propri desideri e le proprie caratteristiche.

Se non hai fatto questo esercizio col tuo consulente, potresti trovarti nella situazione di subire perdite di portafoglio inattese e che avresti potuto tranquillamente evitare. Ad esempio se tra uno o due anni devi comprare casa per te o i tuoi figli, oggi non investirai certamente in una polizza vita o nel mercato azionario, o nelle commodities, o nell'obbligazionario a lunga scadenza, e non farai neppure una asset allocation ad elevato v.a.r., ecc.

Un bravo consulente struttura il portafoglio in modo coerente coi tuoi obiettivi e le tue personali caratteristiche. Il portafoglio giusto sarà solo "giusto per te", collocato sulla TUA frontiera efficiente, ottenuta dalle TUE curve di indifferenza.

Per poterlo fare deve però dedicarti molto tempo (e tu a lui) nel conoscerti e farti domande specifiche. Diffida sempre dei prodotti magici della banca, ben confezionati dall'ufficio marketing, e anche dei finti portafogli, cioè quelli con asset allocation standardizzate / preconfezionate che trovi ovunque online, ma senza alcun valore. È un pò come pretendere di curare il mal di testa con le medicine usate dall'amico quando aveva i calcoli renali, e sperare che funzioni perché lui era guarito.




3 - Incoerenza tra obiettivi e comportamenti


Questa cosa purtroppo capita a tutti ed è anche la più frequente. Riportare la mente in modalità razionale, quando gli parte l'amigdala eccitata. Not an easy task!

Facciamo finta che sei tra i pochi che hanno fatto la pianificazione finanziaria correttamente (punto 2) capendo, ad esempio, dopo adeguata profilazione, che i tuoi obiettivi siano di lungo periodo. Però appena il mercato scende oltre una certa percentuale (diciamo un 15-20%) che ti produce sofferenza psicologica, ti fai assalire dall'ansia, vai nel panico e vendi (normalmente sui minimi e poco prima del rimbalzo).

Oppure il contrario. Hai un obiettivo di breve/medio periodo ma, nonostante ciò, sei comunque disposto a correre qualche rischio. Fai un acquisto di breve periodo, magari su azioni speculative, perché credi che possano salire, ma le cose non vanno come speravi e il titolo scende. E tu cosa fai? Accetti la perdita? Non sia mai. Piuttosto che vendere in perdita e ammettere di aver sbagliato, il tuo cervello inizia a giocare a shanghai con la logica e ti suggerisce una serie di errori comportamentali, del tipo: "in fondo, anche se l'ho comprato in ottica di breve, posso trasformarlo in portafoglio di lungo termine finché non risale", oppure "le perdite non sono perdite finché non vendi", oppure la peggiore e più devastante: "magari ne compro ancora un pò, così medio il prezzo di carico al ribasso, e recupero prima quando risale", oppure "il mercato sta sbagliando ... io ho ragione e il mercato prima o poi se ne accorgerà ...", e via dicendo sciocchezze di questo genere.

Si chiamano "bias", o "distorsoni cognitive". Note in finanza comportamentale ormai da decenni. Queste "euristiche del pensiero" sono nemiche della ragione e del buon senso, dannose "scorciatoie" in cui il nostro cervello, che è "biologicamente pigro" per stessa definizione delle neuro scienze, spesso ci fa cadere.

Queste trappole, sono nemiche della ragione e sono sempre in agguato per farti perdere soldi. Il distacco dal proprio investimento, tramite confronto con un bravo consulente, aiuta molto a riportarti sulle corrette sinapsi.



4 - Investimenti fai-da-te


Sono le perdite più difficili da sopportare perché l'unico a cui puoi dare la colpa sei te stesso (ecco perché spesso non lo fai, ti comporti come al punto 3 e allunghi l'orizzonte temporale dell'investimento per ritardare il giorno in cui soffrirai tagliando la perdita, che da piccola, spesso diventa poi una voragine).

Ci siamo passati tutti, anche i migliori professionisti dei trading desk di Londra e New York. Nessun master in finanza quantitativa a Wharton o al MIT potrà mai insegnarti quel che ti insegna la sofferenza della perdita patrimoniale generata da un errore di questo genere.

Lo so cosa pensi. Stai dicendo: "beh ma per 2/3 anni ho guadagnato ... le ho azzeccate un pò tutte... sono bravino e quindi continuo a fare da me e aspetto che risalgano ..."

No Ciccio. Ho una brutta notizia per il tuo ego ferito: hai avuto fortuna, fidati. Si magari segui le notizie e hai anche intuito correttamente qualcosa, certo. M tu pensi che, nel lungo periodo ti basti per sopravvivere ai mercati? Credimi che il mercato saliva come è salito perché era inondato da almeno 13 anni di una quantità enorme di liquidità da parte delle banche centrali e del loro QE, e qualunque cosa tu avessi comprato, saliva e basta. Adesso é diverso. Le banche centrali hanno suonato la campanella del "Tapering", e la "ricreazione monetaria" è finita cari bambini, si torna in classe, e bisogna tornare a studiare e conoscere bene i mercati.

Ma la buona notizia è questa: se sei abbastanza intelligente e onesto con te stesso per comprendere che in finanza non ci si improvvisa, proprio come non penseresti mai di fare il medico o il commercialista senza aver studiato decenni e aver fatto tanta esperienza specifica e istituzionale (che non ti fai pigiando i tasti "buy - sell" sul tuo smartphone, come vogliono farti credere le banche e gli intermediari che percepiscono le tue laute provvigioni) allora sei sulla buona strada.

Consiglio: non fidarti della pubblicità martellante dei vari broker online o dei cialtroni sui social che millantano metodi sicuri ... e considera la perdita ottenuta sugli investimenti come una sorta di "retta scolastica" che hai pagato per aver imparato qualcosa e soprattuto per aver acquisito la consapevolezza di non sapere. E affidati a un vero professionista. Userai le tue competenze, acquisite a caro prezzo, magari per valutare meglio il suo operato, o per avere un coach, ma non certo per fare da solo.



5 - Scarsa educazione finanziaria


La finanza di mercato è una materia talmente vasta e complessa che anche ai più preparati, non basta una vita intera per conoscerla abbastanza a fondo per sapere quanto basta per guadagnare sistematicamente.

Figurarsi se addirittura mancano le basi, cioè quelle che si acquisiscono, a livello minimo, in una facoltà di economia e finanza.

Tuttavia queste basi, nel complesso mondo economico di oggi, bisogna averle. Si possono acquisire non solo studiando e aggiornandosi sui blog specializzati, ma anche, se si ha il desiderio di migliorare, facendosi fare coaching dal proprio consulente finanziario indipendente.

D'altra parte, se l'ignoranza non é ammessa dalla Legge, perché ammetterla nella logica degli investimenti? Solo perché non si vuole ammettere la propria profonda asimmetria informativa sull'argomento, lasciandosi così in balia di un sistema (quello finanziario e bancario) costruito per irretire carezzevolmente il risparmiatore?



Ok, capito. Ma come posso fare ora per recuperare le perdite?


  1. Diventa consapevole di non essere abbastanza competente per fare da solo, ma anche abbastanza competente per saper distinguere quale professionista fa davvero il tuo interesse.

  2. Rivolgiti a quest'ultimo: un bravo ed esperto consulente finanziario indipendente, fate un check-up dell'attuale portafoglio e studiate insieme un piano finanziario per limitare ulteriori danni e per rimettere il risparmio nella corretta asset allocation e nella corretta product selection.

  3. Chiedigli eventualmente di pianificare il recupero delle perdite anche tramite una strategia di ottimizzazione e recupero fiscale, che vada a recuperare le minusvalenze accumulate nello zainetto fiscale, tramite l'impiego di strumenti e strategie specifiche, ben note ai consulenti. Non fare da te su questo punto, utilizzando strumenti complessi come i certificati, senza una adeguata conoscenza. Sono prodotti da maneggiare con cura e rischieresti di fare peggio di quello che già hai fatto, aggiungendo perdite alle perdite.

  4. Studia e fatti formare e seguire da chi è competente. Non da tuo cugino, dall'amico, o dal TikToker con la Ferrari e 10 milioni di follower.

  5. Elabora, insieme al consulente, un piano finanziario dettagliato, confrontatevi periodicamente su quello, e lascia lavorare in pace il tuo patrimonio al posto tuo.



Se vuoi approfondire una o più tematiche in cui ti ritrovi, non esitare a contattarci per una analisi della situazione. Saremo felici di aiutarti valutando, senza impegno, il tuo portafoglio. Scrivi una email a info@gentileschinvestments.com, oppure:



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